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Dai denti da latte con problemi di carie alle parodontiti che possono guastare il sorriso

Dai denti da latte con problemi di carie alle parodontiti che possono guastare il sorriso

Le problematiche dentali dall'infanzia all'età adulta. Carie, gengiviti, parodontiti che possono creare cadute dei denti. Cause e prevenzione "salva sorriso".

Nella vita di ognuno di noi, le problematiche dentali e la paura della perdita dei denti sono sempre legati a momenti particolari che possono creare preoccupazioni, dolore e disagio. Se nell'età infantile il ricambio è un naturale processo fisiologico, da adulti è opportuno prestare parecchia cura e attenzione all'insorgenza di disturbi gengivali che possono degenerare in parodontiti, prevenendo anche stati accidentali o errate abitudini che se trascurate, possono compromettere il nostro sorriso.

Denti da latte e parodontiti

Denti da latte: caduta, crescita anticipata, posticipata, in doppia fila e problematiche correlate

Nella fase di crescita dei bambini, intorno ai 6 anni circa inizia a verificarsi la caduta dei denti da latte, un processo che viene definito con il termine permuta, quando i denti provvisori, cadendo, creano spazio e fanno posto alla dentatura permanente. Questo fenomeno è variabile da soggetto a soggetto e può protrarsi all'incirca fino ai 9 anni. Può anche verificarsi una caduta precoce in alcuni casi verso i 4-5 anni. Sono interessati in particolare i denti incisivi centrali e laterali, i canini, i primi e i secondi molari e non riguardano - in questa fascia di età -  i denti premolari e i terzi molari o denti del giudizio.

A seguito della caduta di un dente da latte il bambino può avere la febbre. Si tratta di una normale reazione che non deve creare allarmismi, in quanto la crescita del dente permanente causa un lieve e naturale rialzo della temperatura corporea. Alcuni denti permanenti possono iniziare a spuntare con anticipo, prima che i dentini da latte non ancora caduti, abbiano creato lo spazio necessario.

In questo caso disponendosi in doppia fila, oltre ad originare difetti estetici, causano accumulo di placca batterica e difficoltà di masticazione. Quando si verificano queste alterazioni dell’ambiente del cavo orale, è opportuno prenotare una visita specialistica dal dentista che provvede ad estrarre il dentino da latte e successivamente a riallineare quello appena spuntato, in modo da consentirgli una crescita corretta. Anche quando in assenza di denti permanenti e doppie file, i denti da latte non cadono, occorre intervenire allo scopo di prevenire anomalie come la crescita di denti storti.

I denti da latte sono molto soggetti alle carie, sia per le ridotte dimensioni sia per la loro delicatezza dovuta ad una minore mineralizzazione dello smalto che consente ai batteri di circolare più agevolmente all'interno del cavo orale, raggiungendo la zona sottostante della dentina e procurando anche una notevole sensazione di dolore. Intervenire tempestivamente sulle carie dei denti da latte oltre che per rimuovere dolore e carica batterica, è fondamentale anche per evitare che gli agenti cariogeni possano compromettere la naturale formazione della dentizione permanente.

I terzi molari o denti del giudizio, sviluppo e crescita. Quando è necessario intervenire

Nel periodo dai 18 ai 25 anni solitamente fanno la comparsa anche i terzi molari, conosciuti più popolarmente come denti del giudizio. Con la loro crescita si conclude definitivamente il ciclo della dentizione permanente. A volte possono anche non crescere correttamente come gli altri o uscire parzialmente dalla gengiva, restando ancorati all’osso mascellare o mandibolare senza terminare il processo di formazione. Questa condizione può generare infiammazioni anche di carattere cronico che richiedono un ripetuto intervento del dentista.

Dopo aver accuratamente valutato la situazione, il dentista può arrivare a consigliarne anche l’estrazione. Essendo denti che non hanno utilità nella masticazione, la loro rimozione non causerà problematiche ma anzi sarà più opportuno rimuoverli se costituiscono una accertata fonte di problemi, fastidi e presenza di carie. Sarà opportuno sottoporsi a radiografie e meglio ancora ad una panoramica dentale che possa dare riscontro dell’effettivo quadro completo della situazione.

Resta inteso che se i denti del giudizio, cresciuti parzialmente o completamente, si presentano ben allineati e non favoriscono disturbi, non sarà necessario ricorrere all'estrazione ma saranno sempre e comunque da tenere controllati.

I denti del giudizio non vanno mai trascurati anche nel caso in cui i disturbi riscontrati siano di lieve entità e passeggeri in quanto possono portare ad una situazione degenerativa che crea un’infezione in grado di compromettere i denti sani vicini. Oltre a creare difficoltà di masticazione e rappresentare la causa di problemi alla mandibola con dolori e nevralgie, senza una accurata e corretta igiene orale i denti del giudizio possono diventare veicolo di batteri che, se penetrano in profondità, danno origine a una malattia parodontale.

Malattia parodontale: dalle gengiviti alle parodontiti

Si stima che circa il 60% delle persone in età compresa tra i 35 e i 44 anni sia colpita dalla malattia parodontale. Si tratta di patologie che comprendono gengiviti in forma lieve e trattabili con accurate terapie e parodontiti la cui gravità può arrivare a distruggere la struttura che sostiene il dente causandone il distacco e di conseguenza la perdita definitiva.

Le parodontiti – note anche con il nome di piorrea – sono correlate alle gengiviti che si manifestano solitamente con arrossamento, perdita di sangue e gonfiore negli stati iniziali. La presenza di alitosi e pus contenuto in una sacca gengivale e il dondolamento del dente, devono attivare un campanello di allarme in quanto significa che si è già avviata la condizione di irreversibilità. Anche una forma più allungata del dente tale da mostrare oltre alla corona, una parte di radice, deve insospettire anche se non allarmare in quanto può trattarsi - in questa eventualità - di una condizione che può verificarsi anche in seguito ad un eccessivo spazzolamento o all'aver effettuato la pulizia con troppa forza.

Al dentista spetta il compito di fermare l’avanzamento della malattia e soprattutto di evitare l’insorgenza di ulteriori forme recidive. Gli agenti responsabili sono la placca batterica e il tartaro che possono essere rimossi effettuando una accurata pulizia (detartrasi) che il dentista eseguirà con strumenti professionali e che a volte, nei casi più gravi, possono richiedere diverse sedute di trattamento. Possono esserci anche altri fattori che aumentano il rischio di parodontite come il fumo – che a seconda delle dosi di dipendenza può incrementare il rischio di 20 volte – o anche per carenze di Vitamina C, presenza di patologie come leucemia e diabete mellito.

Spesso anche semplicemente una condizione di stress o il perdurarsi di emozioni negative, possono influire sulla comparsa della malattia.

Il trattamento terapeutico suggerito dal dentista può includere, oltre alle buone e corrette abitudini di igiene domiciliare e l’utilizzo di collutori antibiotici, anche applicazioni di coenzima Q10 sul tessuto gengivale colpito dalla patologia, in grado di ridurre notevolmente l’infezione.L’assunzione di estratto di semi di pompelmo, dalle qualità antibiotiche, così come il consumo di mirtilli, sono anch'essi ulteriori accorgimenti in grado di limitare l’attacco di batteri a denti e gengive.

Nel corso delle sedute, il dentista effettuerà non solo una accurata pulizia professionale ma anche levigature radicolari che possano contribuire a rimuovere i fattori che provocano la malattia, consentendo anche di poter salvaguardare e ripristinare le regolari funzioni legate alla masticazione e di preservare l’aspetto estetico della bocca e permettere la riabilitazione di una corretta fonia, che può risultare compressa.

Forme di parodontite cronica sono più facilmente riscontrabili in soggetti adulti ma si possono manifestare anche nei bambini.

In conclusione, ad esclusione di cause accidentali o non prevedibili, possiamo senz'altro cercare di evitare di guastare irrimediabilmente la qualità del nostro sorriso prestando attenzione alle prime avvisaglie e anomalie del nostro cavo orale, ricordandoci sempre quel motto che recita che “Prevenire è meglio che curare”.

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