I denti non sono sempre bianchissimi. La tonalità, dipende da fattori che interessano la dentina e non lo smalto. Attenzione alle macchie e ai cambiamenti di colore.
Il colore dei denti dipende da un fattore genetico, esattamente come quello della pelle, dei capelli o degli occhi. È la dentina – cioè il tessuto più duro che compone il dente – a determinare la loro tinta. I denti in origine, non sono color perla ma possiedono una conformazione di colore bianco con tendenza all’azzurro luminoso, attraverso il quale il colore giallognolo della dentina si riflette sullo smalto. La tinta avorio è quella che caratterizza la maggior parte dei denti delle persone. Il colore maggiormente bianco solitamente è distintivo dei denti da latte, ovvero quelli provvisori, che sono soggetti al distacco nella normale fase di ricambio dell’età dai 6 ai 12 anni. In un soggetto adulto, l’invecchiamento determina una modifica naturale del colore originale, che diventa più scuro nel tempo e perde la trasparenza. Lo smalto tende, infatti, ad assottigliarsi in modo organico e lascia intravedere maggiormente il colore della dentina. Una colorazione tendente al giallognolo, tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, in linea generale è indice di denti sani, ovviamente quando non dipende dalla presenza di macchie causate da scarsa igiene o disturbi di altra natura.
Fattori che determinano il cambiamento del colore
Le cause principali responsabili del cambiamento temporaneo di tonalità dei denti, sono da attribuire al consumo di cibi e bevande come ad esempio caffè, té, vino, all’abuso di sostanze come il tabacco e possono dipendere anche da disturbi del metabolismo e dall’assunzione di alcuni farmaci che per il loro contenuto, creano una decolorazione. Nel caso di alcuni medicinali utilizzati nell’infanzia e in gravidanza, occorre essere particolarmente attenti, in quanto l’assunzione di fluoro, ciprofloxacina e tetracicline possono modificare in modo permanente il colore dei denti.
Persino una pulizia maniacale può determinare la comparsa di denti con una forte tendenza al giallognolo. Questo può accadere sia perché vengono utilizzati spazzolini con setole troppo dure, sia nel caso di impiego di dentifrici troppo aggressivi, che causano un consumo dello smalto. Un eccessivo uso di fluoro per le cure dentali, quello contenuto anche in collutori o in acqua addizionata di fluoro, inoltre, possono originare la fluorosi che può altresì essere responsabile del cambiamento di colore dei denti e della formazione di macchie bianche – a volte anche marroni - presenti in profondità negli strati interni del dente che possono intaccare anche l’intera arcata dentaria.
Macchie bianche e nere (o black stain): cosa sono e come si formano
Le macchie che compaiono sulla superficie esterna dello smalto possono essere gialle, marroni o nere. Nei pazienti adulti - come premesso - sono spesso dovute a varie cause, in particolare all’azione di agenti pigmentanti contenuti in alcuni cibi o nel fumo delle sigarette. Possono inoltre derivare dal consumo di bevande energetiche, gassate, sportive con presenza di coloranti, a base zuccherina, succhi di frutta e dipendere dalla formazione di placca e tartaro – soprattutto nei bambini in età pediatrica.
Nei bambini la comparsa di strisce o macchie bianche può originarsi anche in seguito a problematiche avvenute durante la fase di sviluppo della dentatura. Durante i primi quattro anni di vita, la dentina e lo smalto si sviluppano grazie ad una equilibrata quota di cristalli di calcio e fosforo, responsabili del trasporto del sangue. Una presenza quantitativa in più o in meno, può causare la variazione di colore dei denti e può inoltre dipendere in altri casi, da infezioni come il morbillo o la pertosse.
Oltre alle macchie bianche, si possono formare delle macchie nere che hanno una particolare caratteristica, quella di disegnare un orletto, intorno al dente, in prossimità delle gengive, con una densità cromatica che può avere un’ incidenza minima fino a raggiungere un livello antiestetico nel caso delle cosiddette black stain.
La presenza di queste macchie è dovuta alla formazione di un composto chimico, formato da batteri cromogeni presenti all’interno del cavo orale che danno vita a sostanze a base di zolfo come il Solfuro di Idrogeno che legandosi in particolare con il Ferro, crea un composto scuro. Questa patina nera si deposita con maggiore aderenza nelle zone più ruvide e nascoste, disegnando una specie di orletto. Per contro al disagio dell’inestetismo dentale esiste anche un risvolto protettivo.
I pazienti colpiti da queste macchie, infatti, pare risultino meno soggetti allo sviluppo di carie in quanto le specie batteriche da cui derivano, sembrano essere più forti di quelle che causano i processi cariogeni.
Per controllare la flora batterica – tra cui quella responsabile di questo fenomeno – è possibile ricorrere all’assunzione di integratori probiotici e prebiotici – composti a base di Lattoferina e Biotina – utili a ristabilire l’equilibrio della microflora orale.
Quello delle black stain, tuttavia, è da considerarsi un fenomeno transitorio. Colpisce particolarmente i giovani in età prepuberale e sembra definitivamente risolversi, durante la fase di crescita. Gli inestetismi non devono creare troppo turbamento. Se sicuramente creano disagio dal punto di vista estetico, non sono da considerarsi una patologia. Possono tranquillamente essere rimossi dall’intervento dell’Igienista dentale che saprà anche dare preziosi e utili consigli su come mantenere inalterato il colore naturale dei denti e garantire una buona salute al cavo orale, preservandolo dall’insorgenza di malattie parodontali.
Sbiancamento dei denti, otturazioni e faccette dentali
Avere un sorriso smagliante – oltre che innanzitutto sano e protetto - e poter sfoggiare denti bianchissimi è un desiderio comune a molte persone. Per questo motivo ci si sottopone anche a sedute di sbiancamento dentale professionale, con la speranza di poter raggiungere un risultato brillante. Ma non per tutti i pazienti questo trattamento estetico migliorativo può essere possibile, poiché in alcuni casi può risultare non fattibile così come inefficace e disattendere l’obiettivo desiderato.
A questo proposito, prima di tutto è importante parlarne con il proprio medico Igienista dentale o odontoiatra, che potrà valutare la validità del trattamento, tenendo presente anche di eventuali otturazioni, ricostruzioni e capsule o problematiche dentali presenti all’interno del cavo orale.
Le otturazioni realizzate con materiali ossidanti come l’argento, infatti, possono determinare una colorazione tendente al grigio, in quanto il dente può assorbire le sostanze contenute nell’amalgama. Per questo motivo i denti otturati, durante la seduta di trattamento, potrebbero non uniformarsi alla tonalità dei denti sottoposti a sbiancamento. Il discorso resta ovviamente inteso anche nel caso di capsule dentali e manufatti protesici dal colore permanente.
Esistono alcune situazioni limite, che non consentono neppure la rimozione totale delle macchie, in particolare quelle causate dall’assunzione di specifici farmaci – come l’antibiotico a base di tetraciclina. In casi come questi, sarà tuttavia possibile ricorrere a faccette o corone applicate a copertura, sui denti rovinati.
In tutti gli altri casi, partendo da una base di pigmentazione tendente al giallo, lo sbiancamento dentale professionale – eseguito possibilmente non in sostituzione di una adeguata e periodica pulizia dentale (detartrasi) ma in aggiunta – agirà sul colore della dentina, ristabilendo la tonalità originale e spesso riuscirà a potenziare il bianco rendendolo ulteriormente luminoso e brillante.
L’effetto del trattamento di sbiancamento dura circa un anno ma è fondamentale perché ciò avvenga, prestare attenzione a una serie di accorgimenti e di abitudini che verranno indicate dopo la seduta dal professionista di fiducia. Evitando un consumo eccessivo di cibi e bevande di natura pigmentante, oltre che prestare una accurata e costante attenzione all’igiene orale, possono evitare che il sorriso possa perdere il suo chiarore e la rinnovata brillantezza.